Domande e risposte


Copia di Logodef2 Quali differenze ci sono tra le figure professionali di psichiatra, neuropsichiatra infantile, psicologo e psicoterapeuta?

Lo psichiatra è un medico (quindi laureato in Medicina e Chirurgia) specializzato in Psichiatria. È la figura preposta e più indicata all’introduzione e al monitoraggio di terapie farmacologiche; inoltre, sulla base della propria formazione nell’ambito dei disturbi psichiatrici, è in grado di fornire al paziente  consulenze e colloqui utili a indirizzarlo verso una migliore risoluzione del quadro. Spesso lo psichiatra consegue anche il titolo di psicoterapeuta.

Il neuropsichiatra infantile è, per così dire, l’analogo della figura professionale dello psichiatra ma per l’età evolutiva (0-18 anni): è dunque laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Neuropsichiatria Infantile; per definizione, in esso convergono competenze sia di ambito neurologico che psicopatologico.

Lo psicologo è un laureato in Psicologia iscritto al relativo Albo professionale (previo superamento di un Esame di Stato). Non ha conseguito un percorso di specializzazione post-universitaria. Il suo intervento è mirato a percorsi brevi di consulenza su problematiche specifiche, o si limita ad attività di diagnosi attraverso la somministrazione di test. Non essendo medico, non è abilitato alla prescrizione e al monitoraggio di cure farmacologiche, sebbene talvolta possa essere opportuno un approccio integrato, in collaborazione con la figura dello psichiatra.

Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un medico che ha successivamente conseguito una specializzazione quadriennale in Psicoterapia all’interno di una scuola riconosciuta dal MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca). Appare pertanto più opportuno parlare di psicologo-psicoterapeuta o di medico-psicoterapeuta.  È la figura più idonea per percorsi articolati che hanno come finalità la riduzione dei sintomi e l’ampliamento della conoscenza di sé.

Per approfondire:

http://www.ordpsicologier.it/public/genpags/bigs/impopuscolo.pdf

Un brano estratto dal libro/cd “Psicantria – Manuale di psicopatologia cantata” (www.psicantria.it) ci spiega la differenza tra psichiatra, psicologo e psicoterapeuta:

http://www.youtube.com/watch?v=my2EV44hJVU


Copia di Logodef2  Chi si rivolge allo psicoterapeuta?

Chiunque ritenga di avere un problema specifico, sintomi psicopatologici o un disagio che non riesce completamente a comprendere e risolvere, e chi ritiene che una maggiore conoscenza di sé possa contribuire al proprio benessere nel quotidiano. Ne deriva che la motivazione personale è un elemento centrale nell’avvio e nel mantenimento del percorso.

Per approfondire:

http://www.ordpsicologier.it/home.php?Item=faq+deontologia&Lang=it


Copia di Logodef2  Come si articola una psicoterapia?

Viene svolto un primo colloquio nel quale il paziente presenta il problema. A questo primo incontro segue un pacchetto di sedute valutative (da due a cinque incontri) che terminano con la condivisione degli obiettivi di lavoro, della metodologia e delle tempistiche.  Da lì in poi, sulla base di quanto definito insieme, si svolgono i colloqui psicoterapeutici che, in una prima fase, sono spesso a cadenza settimanale. Tra una seduta e l’altra il terapeuta può affidare al paziente dei compiti di auto-osservazione e monitoraggio delle situazioni critiche.


Copia di Logodef2  Quanto dura una psicoterapia?

La lunghezza di una psicoterapia è variabile, e comunque sempre declinata all’interno di un accordo tra psicoterapeuta e paziente sulla base della richiesta di quest’ultimo e degli obiettivi di lavoro condivisi. In particolare, la terapia cognitivo-costruttivista è definita come breve e, almeno inizialmente, orientata su un problema definito.


Copia di Logodef2  Lo psicoterapeuta è tenuto al segreto professionale e alla tutela della privacy?

Assolutamente sì. Lo psicologo-psicoterapeuta è strettamente tenuto al segreto professionale. Non può rivelare a nessuno notizie, fatti o informazioni apprese dal paziente all’interno del rapporto professionale con lui, né può informare alcuno circa le prestazioni professionali effettuate o programmate. (art. 11 del Codice Deontologico). Ciò significa che lo psicoterapeuta non può dare nessuna informazione – neanche a eventuali familiari o amici che dovessero contattarlo – sia su ciò che il paziente gli dice, sia sul fatto che quella persona è o è stata un suo paziente. Per questa ragione anche tutti i materiali riguardanti i pazienti sono custoditi sotto chiave.

Per approfondire:

http://www.ordpsicologier.it/home.php?Item=faq+deontologia&Lang=it


Copia di Logodef2  Per le prestazioni psicologiche fornite a un minorenne è necessario il consenso informato ?

Assolutamente sì. Di entrambi i genitori, soprattutto se non civilmente coniugati o se in fase di divorzio/separazione. In assenza di tale autorizzazione lo psicoterapeuta non può incontrare il paziente minorenne.