Lo psicoterapeuta è tenuto al segreto professionale e alla tutela della privacy?

Assolutamente sì. Lo Psicologo Psicoterapeuta è strettamente tenuto al segreto professionale. Non può rivelare a nessuno notizie, fatti o informazioni apprese dal paziente nel rapporto professionale con lui, neanche può informare alcuno circa le prestazioni professionali effettuate o programmate. (art. 11 C.D.) Ciò vuol dire che lo Psicoterapeuta non può dare nessuna informazione – neanche a eventuali familiari o amici che dovessero contattarlo – sia su ciò che il paziente gli dice, sia sul fatto che quella persona è o è stato un suo paziente. Per questa ragione anche i materiali riguardanti i pazienti sono tenuti ben custoditi e sotto chiave.

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Quanto dura una psicoterapia?

La lunghezza di una psicoterapia è variabile e comunque sempre declinata all’interno di un accordo tra psicoterapeuta e paziente sulla base della richiesta di quest’ultimo e degli obiettivi di lavoro condivisi. In particolare, la terapia cognitivo-costruttivista è definita come breve e, almeno inizialmente, orientata su un problema definito.

Come si articola una psicoterapia?

Viene svolto un primo colloquio nel quale il paziente presenta il problema. A questo incontro segue un pacchetto di sedute valutative (2-5) che terminano con la condivisione degli obiettivi di lavoro, del metodo e dei tempi. Da lì in poi, sulla base di quanto insieme definito, si svolgono i colloqui psicoterapeutici che, in una prima fase, sono spesso a cadenza settimanale. Tra una seduta e l’altra il terapeuta può affidare al paziente dei compiti di auto-osservazione e monitoraggio delle situazioni critiche.

Chi si rivolge allo psicoterapeuta?

Chiunque ritenga di avere un problema specifico, sintomi psicopatologici o un disagio che non riesce completamente ad afferrare e risolvere e chi ritiene che una maggiore conoscenza di sé possa contribuire al proprio benessere nel quotidiano. Ne deriva che la motivazione personale è un elemento centrale nell’avvio e nel mantenimento del percorso.

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Quali differenze ci sono tra le figure professionali di psichiatra, psicologo e psicoterapeuta?

Lo psichiatra è un medico (quindi laureato in medicina e chirurgia) specializzato in Psichiatria. E’ la figura preposta e più indicata all’introduzione al monitoraggio di terapie farmacologiche, inoltre, sulla base della propria formazione nell’ambito dei disturbi psichiatrici è in grado di fornire al paziente consulenze e colloqui utili a indirizzarlo verso una migliore risoluzione del quadro. Spesso lo psichiatra consegue anche il titolo di psicoterapeuta.

Lo psicologo è laureato in psicologia e non ha conseguito specializzazione. Il suo intervento è mirato a percorsi brevi di consulenza su problematiche specifiche o si limita ad attività di diagnosi attraverso la somministrazione di test

Lo psicoterapeuta è laureato in psicologia e ha conseguito successivamente una specializzazione quadriennale in Psicoterapia all’interno di una scuola riconosciuta dal M.I.U.R (Ministero Istruzione Università Ricerca). Non essendo medico, non è abilitato alla prescrizione e al monitoraggio di cure farmacologiche, sebbene talvolta un approccio integrato, in collaborazione con la figura dello psichiatra, possa essere opportuno. E’ invece la figura più idonea per percorsi articolati che hanno come finalità la riduzione dei sintomi e l’ampiamento della conoscenza di sè.

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